Con la mascherina si appannano gli occhiali?
Un intervento laser di pochi minuti risolve il problema
La straordinaria evoluzione dell’Oftalmologia degli ultimi decenni è legata a doppio filo con lo sviluppo dell’utilizzo del laser per la correzione dei principali difetti visivi. Nell’ambito della chirurgia refrattiva tecniche sempre più sicure ed efficaci vengono messe a punto costantemente.
La più moderna tecnica laser, per la correzione dei difetti di vista, porta il nome accattivante di SMILE, acronimo inglese che corrisponde a SMall Incision Lenticule Extraction.
«Si tratta di una tecnica recentissima e davvero rivoluzionaria, soprattutto se confrontiamo i vantaggi che introduce con quelli delle tecniche precedenti», sottolinea il dottor Carlo Orione, Oftalmologo a Nizza Monferrato con 25 anni di esperienza in Laser Chirurgia.
«La prima tecnica in assoluto ad utilizzare il laser è stata la PRK – cheratectomia fotorefrattiva –, una metodica di superficie che prevede l’asportazione dell’epitelio e il successivo trattamento dello stroma corneale con l’utilizzo di un laser ad eccimeri.
Questa procedura porta ad una messa a nudo dei nervi della cornea, e alla necessità che l’epitelio si riformi dopo l’intervento, in un periodo che in condizioni normali può essere di 3-4 giorni, nel corso del quale il paziente, che deve restare con l’occhio bendato o protetto da specifiche lenti a contatto, prova fastidio, bruciore e in alcuni casi anche sintomi dolorosi. La ripresa può essere ancora più prolungata, fino a 10-15 giorni, ed il ritardo della riepitelizzazione può esporre il paziente a rischi di regressione o di opacità.
La successiva tecnica, denominata Femtolasik”, prosegue Orione www.orioneye.com, “risolve questi problemi, andando a utilizzare due diversi tipi di laser – uno ad eccimeri e l’altro a femtosecondi – che permettono di mantenere l’integrità dell’epitelio per poi, una volta sollevatone un lembo, intervenire sullo stroma corneale.
Questa procedura garantisce una visione perfetta immediata ed elimina i rischi dati dalla riepitelizzazione, così come evita ai pazienti fastidi e dolori post-operatori. Nonostante sia nettamente superiore rispetto alla PRK, la Femtolasik puó dare problemi di occhio secco ad alcuni pazienti trattati, dato che va comunque a incidere i nervi della cornea che stimolano la lacrimazione.
Finalmente oggi la tecnica SMILE permette di superare ogni problematica precedente”, ribadisce Carlo Orione, Referente AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti) per il Piemonte: “essa utilizza solamente il laser a femtosecondi, un laser “freddo” che non brucia i tessuti, ma è talmente sensibile che riesce a separare gli strati di tessuto senza danneggiarli, creando delle microscopiche bolle d’aria e quindi un lenticolo che il chirurgo va ad estrarre attraverso una piccolissima incisione.
E ancora: “nessun dolore, recupero visivo immediato e nessun rischio di occhio secco. Con la tecnica SMILE possiamo correggere anche miopie elevate, fino a 10 diottrie, e fino a 5 diottrie di astigmatismo.
Tutte le tecnologie, comunque, hanno dei pro e dei contro” conclude Carlo Orione, Presidente dell’International Society of High-Tech in Ophthalmology (ISHO), “e spetta all’Oculista, che deve essere esperto in questa chirurgia laser, il compito di consigliare la tecnologia più adatta per ogni paziente dopo aver valutato il difetto refrattivo, lo spessore della cornea, il diametro della pupilla, la normale produzione lacrimale ed aver effettuato tutti gli esami preoperatori indispensabili per la buona riuscita dell’intervento».