Il cheratocono è una malattia progressiva che colpisce la cornea, la parte anteriore trasparente dell’occhio. Colpisce soprattutto le persone giovani, infatti è molto subdolo ed è molto importante, per capirla e riconoscerla,fare delle visite precocemente.
Ormai le visite si fanno a tre-sei-dodici anni e sono le tre visite base che si fanno a tutti i bambini e poi se c’è stato qualcuno in famiglia con il cheratocono è importante controllare perchè c’è una facilità maggiore che il figlio o la figlia siano colpiti da questa malattia.
Il cheratocono è una malattia che poi progredisce e colpendo la cornea la fa assottigliare: fa assottigliare soprattutto la parte inferiore della cornea e si forma proprio un cono. Questo cono se si assottiglia troppo oltre a far vedere meno può perforarsi e quindi dare dei grossi problemi alla cornea.
Topografo corneale a scansione
Per studiare questa malattia ormai ci sono delle apparecchiature molto sofisticate con cui riusciamo a valutare lo spessore corneale e vedere se nel tempo questo cheratocono evolve e peggiora.
Con questo apparecchio per esempio che è un topografo corneale a scansione noi possiamo vedere tutti i vari strati corneali, per esempio della camera anteriore possiamo misurare l’angolo, si può vedere l’iride, il cristallino e possiamo misurare se c’è un’opacità, quanto è grande, estesa, profonda. Se invece è superficiale (0,2mm) si può valutare con il laser di andare a toglierla e fare tornare la cornea trasparente.
In alcune schermate si possono vedere e valutare anche i colori più caldi (il rosso) e i colori più freddi (il blu). I colori più caldi sono quelli più curvi, quindi noi abbiamo una curvatura che è tipica del cheratocono, proprio questo sfiancamento che noi abbiamo nel punto più inferiore della cornea.
Poi possiamo valutare lo spessore e quindi vediamo i vari punti più spessi in periferia, centralmente più sottili e questo è molto importante per la terapia. Per esempio èmolto importante per la terapia lo spessore perchè noi abbiamo attualmente una terapia che si chiama cross linking corneale.
Cross Linking Corneale
Questo cross linking corneale si può effettuare solo se ci sono almeno 400 micron di spessore. Lo spessore è basilare per decidere se fare o non fare questo tipo di terapia anche se attualmente c’è una nuova tecnica che è quella transepiteliale in cui il cross linking si può fare anche con cornee un po’ più sottili; in questo caso non bisogna togliere l’epitelio dalla cornea, che è la parte superficiale, e si fa con l’epitelio, però con l’epitelio insitu l’effetto è molto minore e quindi se si può si cerca di fare la tecnica classica in cui si toglie l’epitelio e poi si irradia questa cornea con della luce ultravioletta e sulla cornea viene messa della vitamina B, la riboflavina, che stimolata dalla luce ultravioletta fa formare dei legami fra le fibre della cornea, sono delle fibre collagene, e si formano proprio dei ponti: si chiama cross linking proprio per questo.
Il cross-linkaggio è la formazione di ponti fra queste fibre che rendono più resistente questa struttura; abbiamo visto che nel cheratocono la cornea si sfianca, tende ad assottigliarsi ma in questo caso diventando più rigida non si sfianca più, si ferma il cheratocono e in molti casi si migliora l’astigmatismo.
Il cheratocono crea un astigmatismo cioè la cornea invece di essere come una palla da football bella rotonda è invece come una palla da rugby, un po’ ovale e questa ovalizzazione, più il cheratocono va avanti, più si accentua e quindi la visione è sempre meno nitida; in questo caso si è visto che rinforzando la cornea con questo trattamento si riesce a diminuire questo astigmatismo e la cornea piano piano ritorna.
Vantaggi del Cross Linking Corneale
La tecnica del cross linking è una tecnica assolutamente non dolorosa, l’anestesia sono solo due goccine di collirio, di anestetico, quindi un’anestesia detta topica, viene fatto coricare il paziente, si mette uno strumentino che si chiama blefarostato che tiene l’occhio aperto e poi si toglie con una palettina il primo strato di cellule che è quello epiteliale e si va ad agire sullo stroma corneale dove ci sono queste fibre.
Viene irradiata con questa luce posta sopra l’occhio e ogni tanto vengono instillate queste gocce di vitamina B. Dura circa 50 minuti però in tutta tranquillità: il paziente è tranquillo, rilassato, mettiamo della musica in modo che sia ancora più rilassato, possiamo chiacchierare, non è assolutamente doloroso e con questo trattamento viene poi messa una lente a contatto in modo che nel giro di due o tre giorni si riforma l’epitelio, non dà grossi problemi e si può riprendere a lavorare nel giro di qualche giorno.
Non si ha un effetto immediato perchè questa sostanza deve agire e per agire necessita di un po’ di tempo e abbiamo dei miglioramenti mese dopo mese. Quindi ogni mese vediamo un miglioramento e lo possiamo studiare sia con lo strumento, il topografo, e anche chiaramente facendo il controllo della vista notiamo che il paziente vede meglio: soprattutto riusciamo a fermare il cheratocono che altrimenti progredendo potrebbe andare incontro a perforazioni e quindi in tanti casi andare incontro a un trapianto di cornea.
Il trattamento si può ripetere, in certi casi non è necessario, ma se dopo qualche anno si vede che c’è una ripresa si può tranquillamente ripetere il trattamento e se poi dopo tanti anni il cheratocono tende ad aumentare troppo ed anche con il cross linking non si può fare niente si può andare poi a fare un trapianto di cornea in cui ci sono ancora adesso alcune indicazioni quando chiaramente lo spessore non è dei 400 micron o è molto avanzato il cheratocono.
Abbiamo però vari risultati dei tanti anni che ci dicono che il cheratocono si stabilizza e migliora, oltretutto essendo una malattia dei giovani, dopo i 40-45 anni già da solo il cheratocono tende poi a fermarsi.
Questa tecnica ha dato degli ottimi risultati anche nella Degenerazione Corneale Pellucida e nelle Ectasie post Lasik o Prk.